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1995 - Restauro del monumento a Pinocchio

Va benissimo l’Ancona in serie “A”. Ma quello “scherzo” a Pinocchio non si doveva fare. Vittorio Morelli, lo scultore, anzi il padre putativo, con Geppetto e con Collodi, del burattino famoso in tutto il mondo, se fosse stato ancora vivo, si sarebbe sbiancato, appena, in volto. E, animoso com’era, avrebbe scovato i responsabili di quegli sgorbi biancorossi e li avrebbe presi a calci nel sedere. Poi, dopo essersi aggiustato il fiocchetto nero, immancabile sulla camicia bianca anche a loro avrebbe raccontato la favola del suo Pinocchio. Come niente fosse, ma tanto bene e in modo tanto dolce – perchè anche dolce era – da toccare il cuore. E avrebbe sicuramente ricevuto pentimenti e tante scuse. Tutti insieme, infine, si sarebbero messi a gridare “forza Ancona”, ’92.
Oggi, invece, se fosse ancora vivo, Morelli, a chi ha restaurato Pinocchio, stringerebbe la mano. Alla giunta comunale, al Rotary che, “per la città”, ci ha messo i milioni necessari, allo scultore che materialmente ha eseguito il “maquillage”. Guardandoli negli occhi, con i suoi occhi fra il celeste e il grigio, al sindaco Renato Galeazzi, al presidente Paolo Zecchini e a Guido Armeni, esprimerebbe così la sua riconoscenza. Del tutto meritata perché è proprio grazie a loro se Pinocchio riacquista le sembianze. E varrebbe più di mille complimenti.

Uomo e scultore predigioso, d’importanza eccezionale. Io Vittorio Morelli l’ho conosciuto bene. Pinocchio, dunque. A Morelli fu commissionato, per fronteggiare la città di Pescia – diciamo – è molto meno Pinocchio. Ma proprio ad esser buoni come la Fatina. “Quando lo realizzò, dal principio alla fine – dice la figlia Maria Elisa – si sentì sempre Geppetto”. Bronzo fuso alla “Nicci” di Roma per 350.000 lire. E l’opera, in tutto costò, per l’esattezza; 1.312.329. fu innaugurata, dopo una giornata intera di festeggiamenti, domenica 30 maggio 1954. Però, dopo le previste ore 18. Il drappo, infatti, a Pinocchio si impigliò sulla mano impertinente e scoprirlo fu un pochino laborioso.
Fece crescere l’attesa, ma quando, alla grandissima follo, apparve, finalmente, per intero ognuno rimase strabiliato. Vedendo il burattino, bronzo dorato del color del pane fresco e ben cotto, sopra il suo libro e sul suo mondo col suo strepitoso “marameo”, la folla si fece meraviglia, e poi esplose d’entusiasmo. In movimento, così come era stato concepito, sembrava vivo. E, infatti, poi divenne un trionfo generale. Sulla stampa, alla radio, al cinema, da qui alla Americhe, tutti impazziti “i ragazzi dai 5 ai 90 anni”. Dalla “Settimana Incom” a “Radio City” di New York, con servizio di Priscilla Campbell, a Buenos Aires. Figuriamoci In Italia! Anche le Poste, per esempio, stamparono subito francobolli, a più colori, in serie celebrative dell’avvenimento. Il Pinocchio di Ancona resta, ancora oggi, unico e vero, ma Morelli, soddisfatto certo, allora non si insuperbì. Illustre e mai superbo, fra la gente. Ecco un’altra grande dote di Morelli.